Crocifisso in osso e corallo, Italia meridionale, XIX secolo
Il Cristo è rappresentato con la testa leggermente inclinata verso destra, privo di aureola e corona di spine. Le gambe sono parallele e leggermente flesse in avanti, i piedi sono posti paralleli e inchiodati da due piccoli chiodi. Le braccia distese con mani aperte, al cui centro sono presenti i segni delle stigmate. Gli occhi e la bocca sono socchiuse. Il perizoma copre ogni parte del bacino e si presenta drappeggiato orizzontalmente con un nodo laterale.
Separatamente, si distinguono un cartiglio recante il Titulus crucis I.N.R.I. (Iesus Nazarenus Rex Iudeorum, che si traduce letteralmente come “Gesù Nazareno, Re dei Giudei”), di forma rettangolare, disposto orizzontalmente e ondulato per evocare una pergamena o un foglio, e una Vanitas simboleggiata dalla presenza di un teschio.
Il dettaglio del teschio è un elemento iconografico tipico della crocifissione. Il Monte Golgota, luogo delle esecuzioni capitali, deve il suo nome al termine che significa “teschio”, probabilmente in riferimento sia alla sua forma tondeggiante e spoglia, simile a un cranio, sia alla sua funzione. Secondo la Legenda Aurea, il Golgota sarebbe stato il luogo di sepoltura di Adamo, e il teschio alla base della croce richiama proprio questa tradizione.