Pastore in un paesaggio con cani e vari animali , seconda metà XVII secolo
Olio su tela
cm. 123x170. Con cornice a listello
La sigla Maestro degli armenti, come quelle alternativamente adottate di Pseudo-Salini, Maestro di Baranello e da ultimo Maestro del Bacco, è il frutto della necessaria scomposizione del vasto e confusissimo corpus che fino a pochi decenni fa era radunato sotto il nome di Tommaso Salini. Caratteristica costante delle opere reclutate all'interno di questo nome fittizio, che quasi certamente dovrà in futuro essere ulteriormente scomposto in più personalità distinte, è la presenza, accanto alla figura principale (per lo più figure singole di giovani pastori o contadini), di animali domestici e da cortile. Questi ultimi, peraltro, potrebbero talora non essere della stessa mano, tant'è che in alcuni esemplari si è ritenuto di riconoscere l'intervento di Jacob van der Kerckhoven, noto anche come Giacomo Castello (1636-1712 c.), consentendo così di spostare alla seconda metà del Seicento l'attività dello stesso Maestro degli Armenti. In ogni modo nelle opere a lui assegnate è evidente la presenza di elementi romani post-caravaggeschi (Salini e Spadarino) ma anche napoletani (Sellitto). Il nostro dipinto si lega ad altri numeri riferiti al Maestro degli Armenti come il Pastore musico e animali, il Pastore con cani e fiasche e la Donna con pollame, tutti in collezione privata. Meritano di essere specificamente segnalate nella nostra tela la qualità omogeneamente alta della riproduzione degli animali, fra i quali sono ricorrenti il gatto e la scimmietta, il bel volto ancora latamente caravaggesco del ragazzo, nonché il profondo paesaggio sul lato sinistro, col lungo corso d'acqua che si perde sulla linea dell'orizzonte.