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D'Annunzio, Gabriele - Lettera a Pasquinelli - 1932, 1932

Lettera originale di 14 pagine, su carta intestata SUFFICIT ANIMUS - PRIMA SQUADRIGLIA NAVALE . Indirizzata a Francesco Pasquinelli. Testo e firma autografi del vate, datata 27 Maggio 1932. Gli ultimi fogli (numerati) dal settimo al quattordicesimo, presentano una brunitura nella metà inferiore del foglio stesso, con porzioni di carta più fragili. 

Completa della busta originale indirizzata al "CAVALIERE DEL LAVORO COMM. FRANCESCO PASQUINELLI - ALBERGO MIRAMARE - SAN REMO - (con due pacchi)"

Parte del testo della lettera : 
Mio caro e fermo amico, dal tempo quando per l'infaticabile produttore evocai il mio candido Esiodo di Opere e giorni e dal tempo della vostra visita al Vittoriale segnata per presagio dal vetro di Dalmazia infranto, io ho lungamente sofferto di meschini malanni, di alti lutti, di penosi studii, di aspettazioni deluse, d'inerzia immobile. Molto io amo e stimo lo scultore Arrigo Minerbi. Di lui vidi, e desiderai per l'ingresso del Vittoriale, una Vittoria di bronzo che mi parve "la Vittoria del Piave" da collocare in co d'un ponte spezzato, tanto era patetica e tremenda. Le mutevoli fortune vollero ch'ella andasse altrove a ritrovare il suo fulcro. Ora dinanzi all'arte severa e potente di questa Ultima Cena son rimasto perplesso, pel desiderio di giudicarla nel suo rilievo e nella sua materia; perchè non è fusa nel bronzo ma nell'argento, e non in una lega d'argento ma nell'argento sodo degli argentieri, dè zecchieri, degli orafi. Nel primo guardare le belle fotografie ho avuto in me il sentimento del bronzo, io che ho dato la voce del conoscitore senza pari alla parola di Francesco Francia "Questa è una bella materia" e che mi sono crucciato dell'ingiusto cruccio di Michelangelo. Ma non è bronzo : è argento. E, come sempre mi accade nello studio dell'arte, più d'una volta ho arricchito delle mie imaginazioni l'opera non visibile nè palpabile. E da alchimista segreto, ho compiuto una irregolare trasmutazione. Ho trasformato l'argento in bronzo; .... (pag.13) ... ecco l'argento è già effigiato. Lo so. Mio caro Francesco, è notte : è la notte del dì Ventisette. Un dì ventisette trapassò mia madre; il dì ventisette Nino Randaccio s'ebbe la mortale ferita, e spirò col capo nel mio cuore invitto. Scrivo come in sogno all'orlo d'un forno fusorio. Prendete queste pagine. Ricordatemi ad Arrigo. Rivedrò fra breve l'uno e l'altro. Il Vittoriale : 27 Maggio 1932 - Gabriele d'Annunzio

Nota bene : nelle foto allegate si potrebbero notare dei segni digitali grafici, che ovviamente non sono affatto presenti nella lettera originale
03/10/2025 08:28:01
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