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Giacomo Cavedone (Sassuolo, 1577 - Bologna, 1660)
Allegoria della Carità
Olio su tela
cm. 75x97,5. Con cornice
Il dipinto è accompagnato da un'expertise del prof. Emilio Negro.
Questo delicato e intenso dipinto è stato ricondotto alla mano di Giacomo Cavedone da Emilio Negro, che ne riconosce appieno i tratti distintivi della maturità artistica del pittore. L'opera raffigura una giovane madre a mezzo busto circondata da tre vivaci fanciulli; uno di essi è colto nell'atto di prendere il latte dal seno, mentre gli altri due osservano incuriositi la scena alle spalle della protagonista. Si tratta di una Allegoria della Carità tradotta in chiave domestica e affettuosa, secondo l'interpretazione della lettura paolina della Virtù come suprema tra le tre Teologali (I Corinzi 13, 13). Da un punto di vista stilistico, la tela si impone come frutto dell'apprendistato di Cavedone presso l’Accademia dei Carracci a Bologna, dove divenne il loro legittimo erede dopo la prematura scomparsa di Agostino e Annibale, e la morte del maestro Ludovico.
Questo delicato e intenso dipinto è stato ricondotto alla mano di Giacomo Cavedone da Emilio Negro, che ne riconosce appieno i tratti distintivi della maturità artistica del pittore. L'opera raffigura una giovane madre a mezzo busto circondata da tre vivaci fanciulli; uno di essi è colto nell'atto di prendere il latte dal seno, mentre gli altri due osservano incuriositi la scena alle spalle della protagonista. Si tratta di una Allegoria della Carità tradotta in chiave domestica e affettuosa, secondo l'interpretazione della lettura paolina della Virtù come suprema tra le tre Teologali (I Corinzi 13, 13). Da un punto di vista stilistico, la tela si impone come frutto dell'apprendistato di Cavedone presso l’Accademia dei Carracci a Bologna, dove divenne il loro legittimo erede dopo la prematura scomparsa di Agostino e Annibale, e la morte del maestro Ludovico.
Le calde tonalità brune, la luce dorata e l’equilibrio tra devozione e naturalezza, rimandano agli affreschi della cappella Bavosi in San Giacomo Maggiore, eseguiti intorno al 1615. La figura materna, dalle linee eleganti e dai panneggi fluenti, testimonia quella peculiare sintesi che Cavedone seppe creare fra la tradizione carraccesca, il colorismo veneto e il naturalismo guercinesco. Come rilevato da Emilio Negro, per qualità e stile la tela può essere verosimilmente identificata con la Carità con tre putti già nella collezione Garimberti di Parma, poi passata ai duchi Farnese (cfr. E. Negro, N. Roio, Giacomo Cavedone, pittore 1577 - 1660, Modena 2001, p. 186, cat. nn. 357 e 364).
Provenienza:
Collezione Garimberti, Parma;
collezione Farnese, Parma.
Collezione Garimberti, Parma;
collezione Farnese, Parma.
Bibliografia:
E. Negro, N. Roio, Giacomo Cavedone, pittore 1577 - 1660, Modena 2001, p. 186, cat. nn. 357 e 364.
E. Negro, N. Roio, Giacomo Cavedone, pittore 1577 - 1660, Modena 2001, p. 186, cat. nn. 357 e 364.
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Palazzo Caetani Lovatelli, gio 13 Novembre 2025
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