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Cesare Dandini (Firenze, 1596 - 1657)
Ritratto di violinista (Bartolomeo Landini?)
Olio su tela
cm. 65x50. Con cornice
Il dipinto è accompagnato dalle expertises della Prof.ssa Francesca Baldassari e del Prof. Sandro Bellesi.
Il Prof. Bellesi pubblicherà la tela come autografo di Cesare Dandini nel suo volume di aggiornamento del catalogo del pittore in corso di stampa.
Tra i maggiori protagonisti della pittura fiorentina del Seicento, Cesare Dandini fu allievo prima di Francesco Curradi, poi di Cristofano Allori e infine di Domenico Cresti detto il Passignano. Il dipinto che qui si presenta si inserisce nella sua più tipica produzione di raffinate mezze figure allegoriche o moralizzanti, spesso trasposte in forma di ritratti giovanili dal tono ambiguo e talora apertamente sensuale, nelle quali si può riscontrare una lata influenza dalla pittura caravaggesca e una più stretta suggestione dalla corrente “libertina” di Francesco Furini.
Il Prof. Bellesi pubblicherà la tela come autografo di Cesare Dandini nel suo volume di aggiornamento del catalogo del pittore in corso di stampa.
Tra i maggiori protagonisti della pittura fiorentina del Seicento, Cesare Dandini fu allievo prima di Francesco Curradi, poi di Cristofano Allori e infine di Domenico Cresti detto il Passignano. Il dipinto che qui si presenta si inserisce nella sua più tipica produzione di raffinate mezze figure allegoriche o moralizzanti, spesso trasposte in forma di ritratti giovanili dal tono ambiguo e talora apertamente sensuale, nelle quali si può riscontrare una lata influenza dalla pittura caravaggesca e una più stretta suggestione dalla corrente “libertina” di Francesco Furini.
Il prototipo più prossimo a questa figura è il Ritratto di giovane con giubbotto e berretto a tagliere, conservato nella Galleria Palatina di Palazzo Pitti, che, stando a Baldinucci, rappresenterebbe Bartolomeo Landini, musico presso la corte granducale. Altri confronti pertinenti si possono stabilire con il cosiddetto Ritratto di Checca Costa nella collezione Etro a Milano: entrambi i dipinti condividono l’impostazione intima e la morbida idealizzazione delle figure, elementi che riflettono il più sofisticato gusto collezionistico fiorentino della metà del Seicento. Francesca Baldassari ritiene che per le sue qualità formali, l’eleganza compositiva e l’intensa caratterizzazione espressiva, la tela possa essere collocata attorno alla metà del quarto decennio del XVII secolo.
Asta Live 343
DIPINTI ANTICHI DAL XIV AL XIX SECOLO
Palazzo Caetani Lovatelli, mar 24 Giugno 2025
TORNATA UNICA 24/06/2025 Ore 15:00
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