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Jean de Boulogne detto Giambologna
(Douai, 1529 - Firenze, 1608)
nei modi di

Cristo morto, Probabilmente XVII secolo

Bronzo patinato
32x27x7 cm

Giambologna si dedicò al soggetto del Crocifisso delineando un nuovo canone in cui proporzione ed equilibrio si sostituiscono alla rappresentazione del dolore (Avery).

 

Il suo catalogo comprende svariati Cristi di notevoli dimensioni. Alcuni di essi, tutti realizzati verso la fine del XVI secolo, vanno espressamente ricordati per il ruolo di influenti prototipi della produzione posteriore del soggetto:

 

1) il Crocefisso a grandezza naturale realizzato per il Duca Guglielmo V di Baviera quale dono diplomatico da parte del Granduca Ferdinando I, ora nella chiesa di San Michele a Monaco;

 

2) il celebre Crocefisso, pressoché identico al precedente, realizzato per la Cappella della Madonna del Soccorso nella Basilica della SS. Annunziata di Firenze, scelta dal Maestro come sepolcro per sé, per gli altri artisti fiamminghi morti a Firenze e per Pietro Tacca, il suo discepolo prediletto;

 

3) quello donato dallo stesso Giambologna, insieme a un San Giovanni Battista, alle monache domenicane del convento fiorentino di Santa Maria degli Angiolini (46,8 x 37,2 cm);

 

4) l’esemplare - tratto dal precedente ma probabilmente rifinito dal Susini - della Cappella Salviati nella Chiesa di San Marco a Firenze (45,8 x 36,3 cm);

 

5) da ricordare anche il Crocefisso realizzato per il Duomo di Siena, del tutto simile agli altri. 

 

Sulla scia di questi importanti modelli, la fonderia di Giambologna produsse anche molti Cristi in bronzo e argento finalizzati alla devozione privata o alla funzione di doni diplomatici. La critica più recente ha ritenuto che tale fortunata produzione fosse di pertinenza dei collaboratori del maestro e, in particolare, di Antonio Susini, assunto al termine del suo apprendistato come orafo per specializzarlo nella fusione e nel cesello delle sculture in bronzo e metalli preziosi di dimensioni domestiche, intorno ai 30 cm.

 

Per identità di modello, qualità esecutiva, bella patinatura e dimensioni, il nostro Cristo potrebbe senz’altro appartenere proprio a questa tipologia della produzione giambolognesca.

Di rilievo la bella testa reclinata coperta da splendidi riccioli inanellati anche nella parte posteriore del capo. Poco rifinite le unghie delle mani.


Bibliografia:

Patricia Wengraf, with contributions by Denise Allen, Claudia Kryza-Gersch, Dimitrios Zikos and Rupert Harris, Renaissance and Baroques from the Hill Collection - Paul Hoberton Publishing, London, 2014, pp.158-163.

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