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Bernardo Cavallino (Napoli, 1616 - 1656)
Sant'Antonio da Padova con il Bambino
Olio su tavola
cm. 61x38
Il dipinto è accompagnato da un'expertise del prof. Nicola Spinosa.
Questo raffinato dipinto su tavola, inedito e in discreto stato di conservazione, è stato riconosciuto da Nicola Spinosa come opera autografa di Bernardo Cavallino, e rappresenta una preziosa variante, di dimensioni ridotte e con la composizione invertita, della celebre tela con lo stesso soggetto conservata al Museo di Capodimonte a Napoli. L’opera raffigura la visione mistica di Sant’Antonio da Padova, in preghiera davanti al Bambino Gesù, che gli appare circonfuso di luce.
L’atmosfera raccolta e la resa dei volti, insieme ai raffinati effetti chiaroscurali, restituiscono quella delicata grazia espressiva e luministica che caratterizza la produzione matura di Cavallino, dopo il 1645, negli anni della sua maggiore attenzione a modelli classicisti, alla contemporanea pittura veneta e alla lezione di Van Dyck. Il tono di poesia intima, la calibrata dolcezza dei gesti e l'accuratezza nella raffigurazione degli oggetti – come il volume aperto e il giglio bianco nella mano del Bambino – rivelano la sensibilità raffinata dell’artista, erede della scuola naturalista napoletana, ma capace di tradurla in chiave lirica e sentimentale.
Questo raffinato dipinto su tavola, inedito e in discreto stato di conservazione, è stato riconosciuto da Nicola Spinosa come opera autografa di Bernardo Cavallino, e rappresenta una preziosa variante, di dimensioni ridotte e con la composizione invertita, della celebre tela con lo stesso soggetto conservata al Museo di Capodimonte a Napoli. L’opera raffigura la visione mistica di Sant’Antonio da Padova, in preghiera davanti al Bambino Gesù, che gli appare circonfuso di luce.
L’atmosfera raccolta e la resa dei volti, insieme ai raffinati effetti chiaroscurali, restituiscono quella delicata grazia espressiva e luministica che caratterizza la produzione matura di Cavallino, dopo il 1645, negli anni della sua maggiore attenzione a modelli classicisti, alla contemporanea pittura veneta e alla lezione di Van Dyck. Il tono di poesia intima, la calibrata dolcezza dei gesti e l'accuratezza nella raffigurazione degli oggetti – come il volume aperto e il giglio bianco nella mano del Bambino – rivelano la sensibilità raffinata dell’artista, erede della scuola naturalista napoletana, ma capace di tradurla in chiave lirica e sentimentale.
Nicola Spinosa accosta questa tavola ad alcuni tra gli esiti più eleganti del pittore, come la Santa Cecilia in Estasi di Capodimonte e le figure femminili dei suoi capolavori conservati a Birmingham, Boston, Ottawa e Rotterdam. Il nostro dipinto, eseguito probabilmente per una raccolta privata, rappresenta una toccante testimonianza di quella pittura devozionale colta e meditativa che rese Cavallino uno degli assoluti protagonisti della scuola napoletana del Seicento.
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Asta Live 357
DIPINTI ANTICHI DAL XVI AL XIX SECOLO
Palazzo Caetani Lovatelli, gio 13 Novembre 2025
TORNATA UNICA 13/11/2025 Ore 15:00
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