Su un fondale scuro, si stagliano le forme senza vita di una ricca cacciagione. Gradoni naturali di pietra, che articolano uno studiato spazio su più piani, servono da podio a questo sontuoso trofeo di caccia. A destra, una lepre disegna una diagonale che accompagna lo sguardo verso gli uccelli raffigurati in posture complesse e resi con straordinaria e quasi scientifica precisione, frutto di un’attento studio dal vero.
La qualità di questo dipinto inedito si collega alla migliore produzione di Felice Boselli eseguita entro la fine del Seicento. L'attenzione ai dettagli e l’uso sapiente della luce e delle ombre creano una composizione di impatto visivo teatrale. L’opera, al contempo, celebra la bellezza e l’abbondanza della natura, ma, come un memento mori, richiama anche la caducità delle cose terrene. Numerosi termini di confronto confermano l'attribuzione a Boselli tra il 1680 e il 690 circa: basti pensare al Pranzo di grasso, già in coll. Chiapponi a Piacenza, alla Cacciagione con lepre e alla Cacciagione con piccione nella Pinacoteca di Brera a Milano e soprattutto alla Selvaggina del Museo Civico di Piacenza, tra i capolavori dell'artista (vedi F. Arisi, Felice Boselli, Piacenza 1973, nn. 129, 169-170, 179, pp. 168-170, 184).
Provenance: Private collection, Lombardia.
08/06/2025 05:32:14
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